1° tappa VIVAI RAUSCEDO
tanto per farsi un'idea
I VIVAI COOPERATIVI DI RAUSCEDO di Manzini Mattia 5C
Il primo giorno di
gita scolastica 12/03/2018 in provincia di Pordenone abbiamo visitato i Vivai
Cooperative Rauscedo (VCR) una cooperativa di 250 soci, che hanno un compito
molto importante e difficile: assicurare e rendere disponibile ai viticoltori
di tutto il mondo un prodotto perfetto sotto il profilo morfologico, genetico e
sanitario. La produzione annuale è di oltre 80 milioni di barbatelle innestate.
Ai Vivai Cooperativi
Rauscedo, sotto il controllo degli organi direttivi della Società, sono
coltivati dai soci oltre 1.200 ettari di vivaio e 1.500 a portinnesti: un
potenziale molto importante che consente, di produrre oltre 80 milioni di
barbatelle suddivise in più di 4.000 combinazioni all’anno. L’estensione dei
terreni da vivaio, il clima particolarmente favorevole, la grande
professionalità degli associati, consentono di ottenere rese, in barbatelle di
1ª scelta, impensabili altrove, mediamente del 75%, con punte di oltre il 90%.
Per raggiungere questi livelli è necessario che tutti i processi biologici,
dalla formazione del callo alla radicazione, alla maturazione e lignificazione,
si svolgano in condizioni ottimali e diano poi luogo ad una qualità morfologica
ineccepibile, come quella dei prodotti VCR.
Questa cooperativa nasce
nei primi degli anni 90, quando nel 1920, a Rauscedo, piccolo
paese ai piedi delle Prealpi Carniche, in un ambiente povero e caratterizzato
da una forte emigrazione, venne a costituirsi il primo nucleo di un’attività
vivaistico-viticola. Fu un certo Sartori, ufficiale del Regio Esercito e già
agronomo della Cattedra Ambulante di Agricoltura di Padova, che qualche anno
prima aiutò alcuni agricoltori del paese ad affinare la tecnica dell’innesto al
tavolo che essi appresero ed assorbirono avidamente, nella speranza di elevare
il loro tenore di vita. Si iniziò così, alla spicciolata, una modesta attività,
finché intorno al 1929/30si diffuse l’idea che la forma
associativa avrebbe risolto molti problemi e permesso una maggior produzione a
prezzi remunerativi. Fu così che, dopo varie vicissitudini, su iniziativa di
“autentici apostoli”, come Pietro D’Andrea, appassionato animatore
dell’attività vivaistica, sorsero, nel 1933, i Vivai Cooperativi
Rauscedo. Nel 1948 furono superati i 3 milioni di
innesti-talea, per cui le dimensioni sempre crescenti della Società imposero il
passaggio alla forma giuridica di Società Cooperativa a responsabilità
limitata.
Il segreto del primato dei
VCR sta nella ricerca continua di nuove varietà, cloni ed incroci che possano
dare risultati sempre migliori per il viticoltore. Tutti i grandi filoni della
ricerca vivaistico-viticola sono stati percorsi dai Vivai Cooperativi Rauscedo:
dall’uso della micropropagazione e dell’innesto a verde, ai controlli sanitari
tramite Elisa test e P.C.R., alla clonazione con pressione selettiva debole
alla caratterizzazione enologica dei cloni attraverso la valutazione dei
parametri fini. Un decisivo contributo al miglioramento qualitativo viene
offerto dai Vivai Cooperativi Rauscedo anche attraverso le 450
microvinificazioni che vengono annualmente effettuate nella cantina
Sperimentale: esse consentono una verifica costante delle potenzialità
enologiche dei diversi cloni italiani e stranieri oggetto di moltiplicazione;
la loro degustazione inoltre è l’occasione per un dialogo proficuo tra enologi,
viticoltori e vivaisti nell’interesse di tutta la filiera vitivinicola.
Inoltre VCR,
da sempre sensibile al mantenimento della biodiversità e dalla salvaguardia di
biotipi anche di varietà minori, offre la possibilità di moltiplicare le
selezioni aziendali con produzioni su commessa, anche per piccole quantità,
garantendo barbatelle prodotte sul portinnesto desiderato ad uso esclusivo
dell’azienda committente.
I Vivai Cooperativi Rauscedo approntano annualmente più di 700 diverse
combinazioni varietà/portinnesto allo scopo di fornire ad ogni viticoltore il
prodotto più rispondente alle proprie esigenze aziendali. È bene sottolineare che tutti gli impianti
atti alla produzione di portinnesti sono stati realizzati utilizzando materiale
di selezione clonale categoria base costituito per la gran parte da cloni
originali VCR.
Insieme ad una guida, abbiamo visionato tutto il processo produttivo
delle barbatelle innestate e alla fine abbiamo visionato un video riassuntivo
delle operazioni effettuate che si può riassumere nei seguenti punti:
1)sgommatura del portainnesto
9)pulizia delle talee innestate
2)taglio amisura del portainnesto
10)paraffinatura preimpianto
3)disinfezione del portainnesto 11)stesura
del telo di pacciamatura
4)preparazione delle marze
12)cura del barbatellaio
5)innesto
13)messa a dimora
delle talee
6)preparazione talee innestate
14)spollonatura
7)preparazione per la forzatura
15)trattamenti antiparassitari
8)forzatura in serra
16)cimatura barbatelle
17)raccolta
21)dinfezione
18)cernita barbatelle 22)conservazione
in frigo
19)preparazione alla vendita
23)confezionamento
20)paraffinatura di prevendita ed etichettatura
cantine CORMONS
Manassero Cecilia
5^A
In Friuli
Venezia Giulia siamo andati a conoscere la Cantina Produttori Cormòns, nata alla
fine degli anni Sessanta per la lungimiranza di alcuni viticoltori cormonesi,
che hanno voluto fare tesoro di tradizioni secolari. sostennero da principio che il futuro della vite e del vino
non era legato a effimere mode, ma alla tenace valorizzazione del proprio
territorio.
I produttori puntano il loro progetto
produttivo sulla cura della vigna e la sostenibilità, supportati dal Quaderno
di campagna, un minuzioso codice di comportamento per i Soci. Vi sono annotate
date di potatura, pratiche agronomiche e operazioni colturali, prodotti e dosi.
Ogni Socio riporta i propri dati in modo da ottenere un omogeneo ed elevato
standard qualitativo delle uve, in tutti i 400 ettari di vigneti. 8 centraline
meteorologiche, in vari punti del territorio, registrano poi qualsiasi
mutamento climatico. I dati arrivano in tempo reale nella centrale
computerizzata della Cantina, dove sono vagliati per prevenire ogni anomalia.
A più riprese, a partire dai primi anni ottanta nella
Cantina Produttori Cormòns furono chiamati a decorare le botti di rovere di
Slavonia una ventina tra i più importanti artisti della seconda metà del
novecento, da Zancanaro a Celiberti, da Ciussi a Ceschia, da Spessot a
Benedetti, Crico, Fornarelli, Ornella, Menon e tanti altri, creando una
galleria d’arte unica nel suo genere.
La bottaia è unica ed è la perfetta dimostrazione che fare
vino sia un’arte. Visitarla è un piacere per gli occhi oltre che per gli altri
sensi.
I VIGNETI
STAZIONI
METEREOLOGICHE
L’installazione di una rete di otto
stazioni meteorologiche periferiche munite di sensori per rilevare i dati di
temperatura dell’aria e del terreno (gradi Centigradi), umidità relativa velocità
del vento (metri secondo) e direzione del vento.
I dati rilevati
vengono trasmessi in tempo reale ad un’unica centrale posta in Cantina che li
elabora e li archivia secondo una media oraria. I dati meteorologici raccolti
vanno a costituire un archivio meteo per lo studio delle zone con microclimi
differenti, per orientare quindi i Soci verso una scelta razionale per la
realizzazione di nuovi impianti di viti.
I dati giornalieri invece servono, nel periodo estivo, per seguire
l’andamento delle infezioni di peronospora che nella nostra zona è la malattia
più dannosa e costosa da combattere (servizio di difesa in tempo reale).
Questo è permesso grazie al modello epidemiologico che segue la
regola dei tre dieci (10 mm di pioggia, 10 °C di temperatura media e 10 cm di
sviluppo del germoglio della vite), quando queste condizioni si verificano
contemporaneamente ha inizio l’infezione primaria di peronospora.
Quando il ciclo di
sviluppo sta per completarsi la centrale attiva l’allarme ed il tecnico
inserisce il messaggio in segreteria telefonica per sollecitare gli agricoltori
ad intervenire con il trattamento. In questo modo i Soci intervengono solo
quando è effettivamente necessario risparmiando sul numero di trattamenti
finali da realizzare, ottenendo così anche un minor impatto ambientale.
LOTTA GUIDATA
ZONE VITICOLE
COLLIO
Il Collio è una
piccola fascia a mezzaluna esposta a meridione, che va da Gorizia fino a
Dolegna, delimitata a nord dal confine con la Slovenia. Il suo centro è
Cormòns, definita la capitale del vino friulano.
ISONZO
COLLI ORIENTALI
I terreni dei Colli
Orientali del Friuli appartengono alla fascia del “Flysch di Cormòns”, che è
caratterizzato dall’alternanza di strati di marna e di arenaria. La marna
(ponca in friulano) costituisce il miglior terreno per la vite di collina ed è
ricca di calcare, di potassa e di fosforo.
VINIFICAZIONE
UVE BIANCHE
Conclusa la
fermentazione, il vino sosta sul “letto di fermentazione” per alcuni mesi e
dopo la stabilizzazione naturale a freddo e la microfiltrazione viene
imbottigliato.
UVE ROSSE
IL VINO DELLA PACE
LE ETICHETTE
L’etichetta apposta
su una bottiglia di vino non è semplicemente un’icona commerciale, ma è
anzitutto la carta d’identità di quel vino.
Tutto ciò è quanto
avviene ogni anno per le etichette del Vino della Pace e di altri vini della
Cantina Produttori di Cormòns.
Qui, infatti, da
molto tempo arte ed enologia si fondono in un felice quanto originale connubio.
L’etichetta d’autore
è allora qualcosa di più di un mero segno di riconoscimento di un vino e
diviene così anche messaggera di cultura. Durante questi anni, lusinghieri
riconoscimenti ci hanno gratificato; tra questi ricordiamo i premi “Etichetta
d’oro” ottenuti al IV ed al V Concorso Nazionale indetto dal Museo
internazionale dell’etichetta di Cupramontana, rispettivamente con l’etichetta
“Picolit – Vino d’Autore” e con l’etichetta dello spumante “Cava”, entrambe
opere del grafico e pittore Arrigo Buttazzoni. Alla realizzazione
delle etichette delle bottiglie per il Vino della Pace hanno contribuito
diversi famosi pittori.
GLI ARTISTI
Il grande Enrico Baj
considerava il Vino della Pace una sua creatura prediletta, tanto che fu il
primo ad aderire all’iniziativa della Cantina Produttori Cormòns, che mirava a
fare di questo vino ineguagliabile il simbolo stesso dell’armonia tra mondi e
mentalità diverse.
BIRRIFICIO UNION LUBIANA
Il Museo della birra (Pivovarski muzej) opera nell'ambito del Birrificio Union già dal 1986 e presenta un importante contributo alla conservazione del patrimonio tecnico. Scoprite la tradizione della produzione di birra in territorio sloveno visitando la collezione che occupa più di 600 mq di superfici espositive.
I numerosi oggetti esposti provenienti dal campo della produzione industriale di birra presentano lo sviluppo di tutti i settori connessi all'industria della birra: l'arte del bottaio, il trasporto, l'arredamento dei punti di ristoro e dei recipienti per la birra, le etichette e il marketing. Tra l'altro è presentato anche lo sviluppo storico del Birrificio Union, dalla sua fondazione nel 1864 ad oggi.
Oltre alla visita del museo si possono visitare anche i percorsi di produzione che vi sveleranno e mostreranno il processo tecnologico della produzione di birra e di altre bibite.
la slovenia delle api
Nel Centro di apicoltura a Lukovica, gestito dall'Associazione per l'apicoltura della Slovenia, potrete conoscere la storia dell'apicoltura nel territorio sloveno, degustare e acquistare il miele ed altri prodotti delle api di altissima qualità nonché visitare il sentiero didattico di erboristeria e apicoltura. L'offerta del Centro comprende anche trattoria con alloggio, negozio di miele e prodotti di miele nonché tre sale congressi.
I sentieri del miele
La Slovenia è famosa per le sue bellezze culturali e naturali, ma forse non tutti sanno che offre anche un’ottima produzione di miele d’abete, che supera ogni anno le 2.000 tonnellate.
L’apicoltura rappresenta una delle più antiche tradizioni slovene essendo praticata sin dalla fine del sesto secolo. Ricca di boschi rigogliosi e prati verdeggianti, la Slovenia possiede infatti le caratteristiche naturali per essere un’eccellente terra di apicoltori.
La federazione apicoltori sloveni e l’agenzia Aritours hanno perciò unito l’arte dell’apicoltura al turismo d’avventura, sviluppando un nuovo prodotto: il turismo apistico.
L’offerta prevede ben 15 “sentieri del miele” che percorrono tutta la Slovenia. Lungo questi percorsi si potranno scoprire tante curiosità e conoscere il mondo segreto delle api e della raccolta del miele. Si imparerà anche a riconoscere i vari tipi di miele e gli effetti terapeutici del polline, della propoli e della pappa reale. Si scoprirà infine che il miele sta alla base di tante specialità gastronomiche tipiche della Slovenia come i dolci, i liquori, il vino e lo spumante al miele. Lungo i sentieri del miele si ammireranno gli apiari dipinti, delle vere e proprie gallerie d’arte all’aria aperta e si avrà la possibilità di cimentarsi in questo tipo di pittura. Le arnie e gli alveari decorati rappresentano infatti una parte essenziale dell’arte popolare slovena: con le loro immagini artistiche a tema religioso e anche profano, avevano il compito di rallegrare, educare e dare esempio di saggezza.
Inoltre lungo i percorsi del miele si potranno visitare il Museo Apistico di Radovljica, l’apiario Janšev di Breznica, il centro apistico Brdo pri Lukovici dove opera la federazione apicoltori sloveni, la galleria fotografica con la raccolta di plastici degli alveari sloveni di Šempas e tante altre curiose località.
L’apicoltura rappresenta una delle più antiche tradizioni slovene essendo praticata sin dalla fine del sesto secolo. Ricca di boschi rigogliosi e prati verdeggianti, la Slovenia possiede infatti le caratteristiche naturali per essere un’eccellente terra di apicoltori.
La federazione apicoltori sloveni e l’agenzia Aritours hanno perciò unito l’arte dell’apicoltura al turismo d’avventura, sviluppando un nuovo prodotto: il turismo apistico.
L’offerta prevede ben 15 “sentieri del miele” che percorrono tutta la Slovenia. Lungo questi percorsi si potranno scoprire tante curiosità e conoscere il mondo segreto delle api e della raccolta del miele. Si imparerà anche a riconoscere i vari tipi di miele e gli effetti terapeutici del polline, della propoli e della pappa reale. Si scoprirà infine che il miele sta alla base di tante specialità gastronomiche tipiche della Slovenia come i dolci, i liquori, il vino e lo spumante al miele. Lungo i sentieri del miele si ammireranno gli apiari dipinti, delle vere e proprie gallerie d’arte all’aria aperta e si avrà la possibilità di cimentarsi in questo tipo di pittura. Le arnie e gli alveari decorati rappresentano infatti una parte essenziale dell’arte popolare slovena: con le loro immagini artistiche a tema religioso e anche profano, avevano il compito di rallegrare, educare e dare esempio di saggezza.
Inoltre lungo i percorsi del miele si potranno visitare il Museo Apistico di Radovljica, l’apiario Janšev di Breznica, il centro apistico Brdo pri Lukovici dove opera la federazione apicoltori sloveni, la galleria fotografica con la raccolta di plastici degli alveari sloveni di Šempas e tante altre curiose località.
link miele-in-slovenia
![]() |
olio in zucca |
Bio Steirisches Kürbiskernöl g.g.A.
non è uno scioglilingua, ma... un prodotto...IGP
scopritelo qui sotto
link kurbistenol
Ziliani Francesca 5^A
RELAZIONE “MULINO SCHALK MUHLE”:
La Schalk Mühle è un’ azienda di piccole dimensioni a conduzione familiare con una lunga
tradizione: essa si trova a Kalsdorf nella regione austriaca della Stiria, e venne acquistata da Franz
Schalk nel lontano 1859; per generazioni i proprietari si sono impegnati al fine di rafforzare il
carattere sostenibile della produzione, mantenendo inalterate le usanze tipiche della zona e
utilizzando esclusivamente materie prime locali, con l’obiettivo di ridurre al minimo i trasporti e i
consumi.
L’azienda si concentra maggiormente sulla produzione di farine di alta qualità derivate da grano,
segale, avena, orzo e mais, ma di rilievo è anche la produzione di olio di semi di zucca biologico: la
macina utilizzata per questa lavorazione risale al 1950, ma nel 1975 il mulino è stato modernizzato
attraverso la costruzione di una macchina pneumatica con lo scopo di accelerare e ottimizzare il
processo, senza però compromettere la sostenibilità della produzione e il suo legame con la
tradizione.
Grazie al magazzino e al laboratorio presenti in azienda, è possibile operare una selezione
qualitativa del seme già al momento della consegna, per poi macinarlo e lavorarlo nel modo più
adeguato, per ottenere un prodotto capace di conservare le proprie caratteristiche organolettiche e
proprietà nutritive..
L’azienda dispone di una centrale idroelettrica grazie alla quale soddisfa la maggior parte delle
proprie esigenze energetiche, ricorrendo raramente alla rete elettrica pubblica; inoltre il complesso
aziendale comprende un bosco a crescita naturale utilizzato per alimentare il "Röstpfanne" (la
padella), impiegato per la produzione dell’olio
Per l’olio di semi di zucca stiriano IGP vengono utilizzati semi di zucca certificati, dai quali si
ottiene un prodotto di un particolare colore verde intenso e un aroma leggermente tostato che
ricorda le noci; esso inoltre è prodotto in modo tradizionale e sostenibile, senza filtrazione o
raffinazione: a seguito della macinazione in pietra, la polpa è unita ad acqua e sale e
successivamente scaldata; un ruolo fondamentale è svolto dal lavoratore addetto al frantoio, che ha
il compito di regolare manualmente e in modo selettivo il calore cui sottoporre i semi.
La polpa così ottenuta viene pressata e spremuta lentamente e ripetutamente, ed infine
immagazzinata in serbatoi dove riposerà qualche giorno prima di essere imbottigliata e venduta;
I residui della polpa esausta, il cosiddetto “Kürbiskernkuchen“, grazie all’elevato contenuto
proteico, vengono invece utilizzati per la produzione di pesto di semi di zucca o per
l’alimentazione animale e in particolare per quella di pesci.
PROSCIUTTO DI SAN...
Per concludere in bellezza il nostro tour degusteremo il principe dei salumi italiani (con buona pace dei Parmigiani)
Guarda qui i video e prova ad annusarli!