LE AZIENDE

1° tappa VIVAI RAUSCEDO
tanto per farsi un'idea 


I VIVAI COOPERATIVI DI RAUSCEDO   di Manzini Mattia   5C
Il primo giorno di gita scolastica 12/03/2018 in provincia di Pordenone abbiamo visitato i Vivai Cooperative Rauscedo (VCR) una cooperativa di 250 soci, che hanno un compito molto importante e difficile: assicurare e rendere disponibile ai viticoltori di tutto il mondo un prodotto perfetto sotto il profilo morfologico, genetico e sanitario. La produzione annuale è di oltre 80 milioni di barbatelle innestate.
Ai Vivai Cooperativi Rauscedo, sotto il controllo degli organi direttivi della Società, sono coltivati dai soci oltre 1.200 ettari di vivaio e 1.500 a portinnesti: un potenziale molto importante che consente, di produrre oltre 80 milioni di barbatelle suddivise in più di 4.000 combinazioni all’anno. L’estensione dei terreni da vivaio, il clima particolarmente favorevole, la grande professionalità degli associati, consentono di ottenere rese, in barbatelle di 1ª scelta, impensabili altrove, mediamente del 75%, con punte di oltre il 90%. Per raggiungere questi livelli è necessario che tutti i processi biologici, dalla formazione del callo alla radicazione, alla maturazione e lignificazione, si svolgano in condizioni ottimali e diano poi luogo ad una qualità morfologica ineccepibile, come quella dei prodotti VCR.
Questa cooperativa nasce nei primi degli anni 90, quando nel  1920, a Rauscedo, piccolo paese ai piedi delle Prealpi Carniche, in un ambiente povero e caratterizzato da una forte emigrazione, venne a costituirsi il primo nucleo di un’attività vivaistico-viticola. Fu un certo Sartori, ufficiale del Regio Esercito e già agronomo della Cattedra Ambulante di Agricoltura di Padova, che qualche anno prima aiutò alcuni agricoltori del paese ad affinare la tecnica dell’innesto al tavolo che essi appresero ed assorbirono avidamente, nella speranza di elevare il loro tenore di vita. Si iniziò così, alla spicciolata, una modesta attività, finché intorno al 1929/30si diffuse l’idea che la forma associativa avrebbe risolto molti problemi e permesso una maggior produzione a prezzi remunerativi. Fu così che, dopo varie vicissitudini, su iniziativa di “autentici apostoli”, come Pietro D’Andrea, appassionato animatore dell’attività vivaistica, sorsero, nel 1933, i Vivai Cooperativi Rauscedo. Nel 1948 furono superati i 3 milioni di innesti-talea, per cui le dimensioni sempre crescenti della Società imposero il passaggio alla forma giuridica di Società Cooperativa a responsabilità limitata.
Il segreto del primato dei VCR sta nella ricerca continua di nuove varietà, cloni ed incroci che possano dare risultati sempre migliori per il viticoltore. Tutti i grandi filoni della ricerca vivaistico-viticola sono stati percorsi dai Vivai Cooperativi Rauscedo: dall’uso della micropropagazione e dell’innesto a verde, ai controlli sanitari tramite Elisa test e P.C.R., alla clonazione con pressione selettiva debole alla caratterizzazione enologica dei cloni attraverso la valutazione dei parametri fini. Un decisivo contributo al miglioramento qualitativo viene offerto dai Vivai Cooperativi Rauscedo anche attraverso le 450 microvinificazioni che vengono annualmente effettuate nella cantina Sperimentale: esse consentono una verifica costante delle potenzialità enologiche dei diversi cloni italiani e stranieri oggetto di moltiplicazione; la loro degustazione inoltre è l’occasione per un dialogo proficuo tra enologi, viticoltori e vivaisti nell’interesse di tutta la filiera vitivinicola.
 Inoltre VCR, da sempre sensibile al mantenimento della biodiversità e dalla salvaguardia di biotipi anche di varietà minori, offre la possibilità di moltiplicare le selezioni aziendali con produzioni su commessa, anche per piccole quantità, garantendo barbatelle prodotte sul portinnesto desiderato ad uso esclusivo dell’azienda committente.
I Vivai Cooperativi Rauscedo approntano annualmente più di 700 diverse combinazioni varietà/portinnesto allo scopo di fornire ad ogni viticoltore il prodotto più rispondente alle proprie esigenze aziendali. È bene sottolineare che tutti gli impianti atti alla produzione di portinnesti sono stati realizzati utilizzando materiale di selezione clonale categoria base costituito per la gran parte da cloni originali VCR.
Insieme ad una guida,  abbiamo visionato tutto il processo produttivo delle barbatelle innestate e alla fine abbiamo visionato un video riassuntivo delle operazioni effettuate che si può riassumere nei seguenti punti:
1)sgommatura del portainnesto                                                9)pulizia delle talee innestate
2)taglio amisura del portainnesto                                            10)paraffinatura preimpianto
3)disinfezione del portainnesto                                                11)stesura del telo di pacciamatura
4)preparazione delle marze                                                      12)cura del barbatellaio
5)innesto                                                                                   13)messa a dimora delle talee
6)preparazione talee innestate                                                  14)spollonatura
7)preparazione per la forzatura                                                15)trattamenti antiparassitari
8)forzatura in serra                                                                   16)cimatura barbatelle
17)raccolta                                                                                 21)dinfezione
18)cernita barbatelle                                                                  22)conservazione in frigo
19)preparazione alla vendita                                                     23)confezionamento
20)paraffinatura di prevendita ed etichettatura


cantine CORMONS

 Manassero Cecilia     5^A

In Friuli Venezia Giulia siamo andati a conoscere la Cantina Produttori Cormòns, nata alla fine degli anni Sessanta per la lungimiranza di alcuni viticoltori cormonesi, che hanno voluto fare tesoro di tradizioni secolari. sostennero da principio che il futuro della vite e del vino non era legato a effimere mode, ma alla tenace valorizzazione del proprio territorio.
I produttori puntano il loro progetto produttivo sulla cura della vigna e la sostenibilità, supportati dal Quaderno di campagna, un minuzioso codice di comportamento per i Soci. Vi sono annotate date di potatura, pratiche agronomiche e operazioni colturali, prodotti e dosi. Ogni Socio riporta i propri dati in modo da ottenere un omogeneo ed elevato standard qualitativo delle uve, in tutti i 400 ettari di vigneti. 8 centraline meteorologiche, in vari punti del territorio, registrano poi qualsiasi mutamento climatico. I dati arrivano in tempo reale nella centrale computerizzata della Cantina, dove sono vagliati per prevenire ogni anomalia.
A più riprese, a partire dai primi anni ottanta nella Cantina Produttori Cormòns furono chiamati a decorare le botti di rovere di Slavonia una ventina tra i più importanti artisti della seconda metà del novecento, da Zancanaro a Celiberti, da Ciussi a Ceschia, da Spessot a Benedetti, Crico, Fornarelli, Ornella, Menon e tanti altri, creando una galleria d’arte unica nel suo genere.
La bottaia è unica ed è la perfetta dimostrazione che fare vino sia un’arte. Visitarla è un piacere per gli occhi oltre che per gli altri sensi.

I VIGNETI
 Sono oltre 400 gli ettari appartenenti ai Soci della Cantina Produttori Cormòns, i vitigni a bacca bianca sono circa 335 ettari mentre sono 101 quelli coltivati a bacca rossa.

STAZIONI METEREOLOGICHE
 Per migliorare quanto da anni i viticoltori hanno fatto in modo tradizionale, la Cantina Produttori Cormòns ha reso più efficiente ed efficace la difesa fitosanitaria apportando fondamentali innovazioni.
L’installazione di una rete di otto stazioni meteorologiche periferiche munite di sensori per rilevare i dati di temperatura dell’aria e del terreno (gradi Centigradi), umidità relativa velocità del vento (metri secondo) e direzione del vento.
I dati rilevati vengono trasmessi in tempo reale ad un’unica centrale posta in Cantina che li elabora e li archivia secondo una media oraria. I dati meteorologici raccolti vanno a costituire un archivio meteo per lo studio delle zone con microclimi differenti, per orientare quindi i Soci verso una scelta razionale per la realizzazione di nuovi impianti di viti.

I dati giornalieri invece servono, nel periodo estivo, per seguire l’andamento delle infezioni di peronospora che nella nostra zona è la malattia più dannosa e costosa da combattere (servizio di difesa in tempo reale).
Questo è permesso grazie al modello epidemiologico che segue la regola dei tre dieci (10 mm di pioggia, 10 °C di temperatura media e 10 cm di sviluppo del germoglio della vite), quando queste condizioni si verificano contemporaneamente ha inizio l’infezione primaria di peronospora.
Quando il ciclo di sviluppo sta per completarsi la centrale attiva l’allarme ed il tecnico inserisce il messaggio in segreteria telefonica per sollecitare gli agricoltori ad intervenire con il trattamento. In questo modo i Soci intervengono solo quando è effettivamente necessario risparmiando sul numero di trattamenti finali da realizzare, ottenendo così anche un minor impatto ambientale.

LOTTA GUIDATA
 Sin dal 1980 la Cantina Produttori Cormòns cosciente dei problemi da affrontare per produrre buoni vini, abbinando tradizione ed innovazione e per conciliare la più evoluta viticoltura con la salvaguardia dell’ambiente, della salute dei viticoltori e dei consumatori, ha indirizzato la viticoltura della Cooperativa verso i più aggiornati metodi di produzione integrata, basata, su un efficiente servizio di assistenza tecnica.
 Per migliorare quanto da anni i viticoltori hanno fatto in modo tradizionale, la Cantina Produttori Cormòns ha reso più efficiente ed efficace la difesa fitosanitaria seguendo i criteri della lotta guidata ed integrata.
 L’utilizzo di una rete di otto stazioni meteorologiche, dislocate in punti chiave del territorio: permette, attraverso l’analisi del microclima, di monitorare costantemente l’andamento di eventuali malattie o infezioni dei vigneti; soprattutto nel periodo estivo, per seguire l’andamento delle infezioni di peronospora che nella nostra zona è la malattia più dannosa e costosa da combattere (servizio di difesa in tempo reale), quando il ciclo di sviluppo sta per completarsi la centrale indica l’allarme ed il tecnico inserisce il messaggio in segreteria telefonica (SAT) per sollecitare i Soci ad intervenire con il trattamento.
 In questo modo i Soci intervengono solo quando è effettivamente necessario risparmiando sul numero di trattamenti finali da realizzare, ottenendo così anche un minor impatto ambientale.
 L’acquisto collettivo e la distribuzione dei prodotti fitosanitari impiegati per la lotta alle malattie della vite: la Cooperativa provvede ad acquistare i principi attivi più idonei e classificati poco pericolosi per la salute e per l’ambiente che poi vengono distribuiti ai singoli Soci in base alla superficie vitata coltivata. La divulgazione delle conoscenze sui principali parassiti dei vigneti e sui loro cicli di sviluppo: attraverso la realizzazione e la distribuzione di un bollettino mensile “Notizie Cantina Produttori Cormòns”, i Soci sono costantemente aggiornati sull’attività della Cooperativa. L’utilizzo di un “Quaderno di campagna”: un vero e proprio diario contenente le indicazioni delle fasi fenologiche ed il loro periodo che permette di annotare le varie operazioni eseguite nei vigneti coltivati. Le riunioni tecniche periodiche: uno strumento di contatto diretto con i Soci per divulgare gli aggiornamenti tecnici per la coltivazione della vite, applicando nei vigneti le ultime innovazioni in fatto di concimazioni, tecniche agronomiche, lavorazioni e quant’altro fosse necessario.

ZONE VITICOLE

COLLIO
Il Collio è una piccola fascia a mezzaluna esposta a meridione, che va da Gorizia fino a Dolegna, delimitata a nord dal confine con la Slovenia. Il suo centro è Cormòns, definita la capitale del vino friulano.
 Fin dal Medioevo questa zona è stata rinomata per l’eccellenza dei suoi vini, che venivano serviti sulle tavole più illustri d’Europa, da Vienna a Mosca, da Londra al Vaticano. E oggi i vini del Collio sono apprezzati in tutto il mondo.
 Il terreno della zona a Doc Collio, dolcemente ondulato, è caratterizzato dal Flysch di Cormòns, costituito da un’alternanza di arenaria e marna, ricche di calcare, di potassio e di fosforo, che rappresentano il miglior humus per la viticoltura collinare. Il Flysch, facilmente sgretolabile, rende necessario quel terrazzamento delle colline che è divenuto una caratteristica del paesaggio del Collio.
 La temperatura media degli ultimi dieci anni è di 13,3°C (17,8° quella di aprile-ottobre), per 1317 mm di pioggia in 144 giorni e con 101.646 kilocalorie per cm quadrato di radiazione solare per mplessive 1950 ore.


ISONZO
 La zona a Doc prende il nome dal fiume più azzurro d’Italia, l’Isonzo, che nasce nelle Alpi Giulie e scorre impetuoso tra gole e anfratti. A Gorizia rallenta la sua corsa, fecondando la fertile pianura isontina fino al mare di Grado. I romani lo chiamavano “Frigidus” e attorno alle sue rive le tracce della viticoltura sono millenarie. Innervata anche dallo Judrio, il Torre e il Versa, è terra di splendidi bianchi, ma anche di rossi di assoluta qualità.
 Il terreno della zona a Doc Friuli Isonzo è molto vario: l’agro Cormonese – Gradiscano, a nord, è costituito soprattutto da terreni calcarei, ricchi di composti minerali, ideale per la viticoltura; un’altra fascia, dove si intersecano terreni alluvionali e pedecollinari ha per centro Cormòns ed è la patria di splendidi bianchi. I terreni delle grave dell’Isonzo, sono ghiaiosi e ottimi per bianchi e rossi.
 La temperatura media degli ultimi 10 anni va a seconda delle zone da 13,1 a 13,6 ° (17,8° quella di aprile-ottobre), per 1167,5 mm di pioggia in 136 giorni e con 97.790 kilocalorie per cmq di radiazione solare per complessive 1864 ore.
  
COLLI ORIENTALI
 La zona a Doc dei Colli Orientali del Friuli, è una estesa lingua di terra che comprende il territorio collinare, in provincia di Udine, che va da Corno di Rosazzo fino a Nimis, famosa per il suo Verduzzo. Una tradizione vitivinicola bimillenaria, che ha per centro Cividale, splendida città fondata dai Romani che nell’Alto Medioevo fu capitale del Ducato longobardo.

I terreni dei Colli Orientali del Friuli appartengono alla fascia del “Flysch di Cormòns”, che è caratterizzato dall’alternanza di strati di marna e di arenaria. La marna (ponca in friulano) costituisce il miglior terreno per la vite di collina ed è ricca di calcare, di potassa e di fosforo.
 Nella zona dei Colli Orientali la piovosità aumenta soprattutto da Cividale a Ramandolo. La temperatura media decennale è di 13,3 gradi centigradi, mentre la piovosità media annuale è di 1393,2 mm in 163 giorni. Le kilocalorie per centimetro quadrato di radiazione solare sono 107,316 per complessive 2058 ore di sole.

VINIFICAZIONE
 La vendemmia inizia generalmente i primi di settembre per le uve bianche e verso la fine dello stesso mese per le uve rosse, viene comunque attentamente programmata in relazione all’andamento stagionale, al grado e all’epoca di maturazione delle singole varietà di uva.
 La qualità del prodotto viene confermata già al momento del conferimento dell’uva, oltre che dalla zona di provenienza e dalla varietà, attraverso l’analisi immediata del grado zuccherino, del tenore di acidità, del ph e della temperatura.
 Gli acini separati dai raspi, attraverso le pigiadiraspastrici orizzontali, proseguono il loro percorso verso la cantina attraverso le tubazioni di acciaio inossidabile dotate di scambiatori di calore che permettono il rapido raffreddamento del pigiato.

UVE BIANCHE
 Il pigiato delle uve bianche entra nelle presse pneumatiche termo-condizionate, dove subisce una macerazione a freddo per favorire l’estrazione delle sostanze aromatiche; il mosto ottenuto, viene travasato nei serbatoi di acciaio inox refrigerati dove, dopo l’aggiunta di lieviti selezionati, inizia la fermentazione.
 La fermentazione avviene a temperatura controllata attorno ai 16°C ed ha una durata compresa fra i quindici ed i venti giorni.
Conclusa la fermentazione, il vino sosta sul “letto di fermentazione” per alcuni mesi e dopo la stabilizzazione naturale a freddo e la microfiltrazione viene imbottigliato.

UVE ROSSE
 Gli acini ammostati delle uve rosse vengono collocati nei vinificatori di acciaio inox dotati di dispositivi automatici per la follatura il rimontaggio e l’ossigenazione; queste operazioni, pianificate a seconda della varietà, servono per estrarre il colore e gli aromi contenuti nella polpa e nella buccia.
 La fermentazione avviene a temperatura controllata attorno ai 25°C ed ha una durata compresa fra i sei ed i dieci giorni.
 Conclusa la fermentazione si separa la vinaccia dal vino che viene quindi travasato in botti di rovere di slavonia e lasciato invecchiare prima dell’imbottigliamento.

IL VINO DELLA PACE
  Lungo il corso del fiume Isonzo, non lungi da Gorizia, protetta a Nord dalle Alpi Giulie e riscaldata dal benefico influsso del mare Adriatico, pochi chilometri più a Sud, si estende una terra fertile e rigogliosa.
 Ospitò l’uomo e la coltura della vite sin dai tempi delle prime civiltà mediterranee. Produsse e produce vini superbi, nel segno migliore delle culture da cui ebbe origine e di cui visse e vive.
 Dal loro retaggio, nel 1983 cominciò a mettere le prime tenere radici un simbolo di fratellanza umana: la Vigna del Mondo.
 Nato nel cuore di tutti i soci della Cantina Produttori Cormòns, giorno dopo giorno e con la collaborazione di uomini altrettanto generosi di tutta la Terra, ha visto mettere a dimora alcune centinaia di vitigni provenienti da ogni Paese ove la vite alligna e rallegra l’uomo con il suo generoso liquore.
 Altri continuano ad aggiungersi, al punto che già oggi può essere considerato una delle più belle collezioni varietali del mondo intero.
 Dai loro grappoli non poteva che scaturire un vino altrettanto unico sia per le caratteristiche naturali sia per il messaggio che gli si volle affidare, quello di essere il Vino della Pace.
 Un vino simbolicamente capace di affratellare gli uomini, proprio come le viti venute da ogni continente si affratellano nella vendemmia, nella spremitura dei loro grappoli, nella fermentazione, nell’unico vino che, appunto, ne nasce.
 Il 1985 vide la prima vendemmia. Più di 500 donne, uomini e fanciulli, colsero, in grande festa, i grappoli tanto attesi. Il Vino della Pace era così nato.
 Ornato con il tratto di grandi artisti – Baj, Music e Pomodoro -, il 9 aprile del 1986 prese il suo primo volo per recare a ogni Capo di Stato civile e religioso il suo messaggio di Pace, vettore ufficiale Alitalia.
 Così cominciò la storia della Vigna del Mondo e del Vino della Pace: un messaggio di fraternità e di pace che, puntualmente, ogni anno si sta rinnovando.

LE ETICHETTE 
L’etichetta apposta su una bottiglia di vino non è semplicemente un’icona commerciale, ma è anzitutto la carta d’identità di quel vino.
 Accade poi talvolta, quasi per magia, che questo piccolo documento cartaceo venga imbellito dai segni e dai colori dei maestri della pittura, trasformandosi così in una singolare opera d’arte.
Tutto ciò è quanto avviene ogni anno per le etichette del Vino della Pace e di altri vini della Cantina Produttori di Cormòns.
Qui, infatti, da molto tempo arte ed enologia si fondono in un felice quanto originale connubio.

L’etichetta d’autore è allora qualcosa di più di un mero segno di riconoscimento di un vino e diviene così anche messaggera di cultura. Durante questi anni, lusinghieri riconoscimenti ci hanno gratificato; tra questi ricordiamo i premi “Etichetta d’oro” ottenuti al IV ed al V Concorso Nazionale indetto dal Museo internazionale dell’etichetta di Cupramontana, rispettivamente con l’etichetta “Picolit – Vino d’Autore” e con l’etichetta dello spumante “Cava”, entrambe opere del grafico e pittore Arrigo Buttazzoni.  Alla realizzazione delle etichette delle bottiglie per il Vino della Pace hanno contribuito diversi famosi pittori.

GLI ARTISTI 
Il grande Enrico Baj considerava il Vino della Pace una sua creatura prediletta, tanto che fu il primo ad aderire all’iniziativa della Cantina Produttori Cormòns, che mirava a fare di questo vino ineguagliabile il simbolo stesso dell’armonia tra mondi e mentalità diverse.
 Nessun messaggio avrebbe avuto l’immediatezza dell’arte. Fu così che molti artisti di fama internazionale cominciarono a interessarsi alle etichette del Vino della Pace, che con il tempo sono diventate una rarità per collezionisti, celebrate in ogni rivista che parli di vino e cultura.
 Già dal 1985 le bottiglie, a serie di tre, vennero illustrate da grandi pittori e i primi furono Zoran Music, Arnaldo Pomodoro, Enrico Baj. Da quel momento, seguendo un progetto di valorizzazione straordinario, ogni anno il miracolo di unire pace, arte e vino ai massimi livelli si arricchì di testimonial d’eccezione.
 Firmarono le etichette, tra gli altri, Dietman, Minguzzi, Fiume, Consagra, Celiberti, Manzù, Sassu, Fini, Vedova, Anderle, Rauschenberg, Corneille, Treccani, Nagasawa, Tadini, Ceroli; anche Dario Fo e Yoko Ono, si sono cimentati nell’impresa, fino alla creazione di un’originale e unica Galleria permanente d’opere d’arte d’alto livello, che lega per sempre e indissolubilmente l’arte con il più nobile dei prodotti della terra. Il tutto, nato e realizzato a Cormòns.







BIRRIFICIO UNION LUBIANA


Il Museo della birra (Pivovarski muzej) opera nell'ambito del Birrificio Union già dal 1986 e presenta un importante contributo alla conservazione del patrimonio tecnico. Scoprite la tradizione della produzione di birra in territorio sloveno visitando la collezione che occupa più di 600 mq di superfici espositive.
I numerosi oggetti esposti provenienti dal campo della produzione industriale di birra presentano lo sviluppo di tutti i settori connessi all'industria della birra: l'arte del bottaio, il trasporto, l'arredamento dei punti di ristoro e dei recipienti per la birra, le etichette e il marketing. Tra l'altro è presentato anche lo sviluppo storico del Birrificio Union, dalla sua fondazione nel 1864 ad oggi.
Oltre alla visita del museo si possono visitare anche i percorsi di produzione che vi sveleranno e mostreranno il processo tecnologico della produzione di birra e di altre bibite.

la slovenia delle api
Nel Centro di apicoltura a Lukovica, gestito dall'Associazione per l'apicoltura della Slovenia, potrete conoscere la storia dell'apicoltura nel territorio sloveno, degustare e acquistare il miele ed altri prodotti delle api di altissima qualità nonché visitare il sentiero didattico di erboristeria e apicoltura. L'offerta del Centro comprende anche trattoria con alloggio, negozio di miele e prodotti di miele nonché tre sale congressi.

I sentieri del miele

La Slovenia è famosa per le sue bellezze culturali e naturali, ma forse non tutti sanno che offre anche un’ottima produzione di miele d’abete, che supera ogni anno le 2.000 tonnellate. 

L’apicoltura rappresenta una delle più antiche tradizioni slovene essendo praticata sin dalla fine del sesto secolo. Ricca di boschi rigogliosi e prati verdeggianti, la Slovenia possiede infatti le caratteristiche naturali per essere un’eccellente terra di apicoltori. 

La federazione apicoltori sloveni e l’agenzia Aritours hanno perciò unito l’arte dell’apicoltura al turismo d’avventura, sviluppando un nuovo prodotto: il turismo apistico. 

L’offerta prevede ben 15 “sentieri del miele” che percorrono tutta la Slovenia. Lungo questi percorsi si potranno scoprire tante curiosità e conoscere il mondo segreto delle api e della raccolta del miele. Si imparerà anche a riconoscere i vari tipi di miele e gli effetti terapeutici del polline, della propoli e della pappa reale. Si scoprirà infine che il miele sta alla base di tante specialità gastronomiche tipiche della Slovenia come i dolci, i liquori, il vino e lo spumante al miele. Lungo i sentieri del miele si ammireranno gli apiari dipinti, delle vere e proprie gallerie d’arte all’aria aperta e si avrà la possibilità di cimentarsi in questo tipo di pittura. Le arnie e gli alveari decorati rappresentano infatti una parte essenziale dell’arte popolare slovena: con le loro immagini artistiche a tema religioso e anche profano, avevano il compito di rallegrare, educare e dare esempio di saggezza. 

Inoltre lungo i percorsi del miele si potranno visitare il Museo Apistico di Radovljica, l’apiario Janšev di Breznica, il centro apistico Brdo pri Lukovici dove opera la federazione apicoltori sloveni, la galleria fotografica con la raccolta di plastici degli alveari sloveni di Šempas e tante altre curiose località. 

   link    miele-in-slovenia





olio in zucca




Bio Steirisches Kürbiskernöl g.g.A.

non è uno scioglilingua, ma... un prodotto...IGP
scopritelo qui sotto

  link     kurbistenol





Ziliani Francesca 5^A
RELAZIONE “MULINO SCHALK MUHLE”:
La Schalk Mühle è un’ azienda di piccole dimensioni a conduzione familiare con una lunga
tradizione: essa si trova a Kalsdorf nella regione austriaca della Stiria, e venne acquistata da Franz
Schalk nel lontano 1859; per generazioni i proprietari si sono impegnati al fine di rafforzare il
carattere sostenibile della produzione, mantenendo inalterate le usanze tipiche della zona e
utilizzando esclusivamente materie prime locali, con l’obiettivo di ridurre al minimo i trasporti e i
consumi.
L’azienda si concentra maggiormente sulla produzione di farine di alta qualità derivate da grano,
segale, avena, orzo e mais, ma di rilievo è anche la produzione di olio di semi di zucca biologico: la
macina utilizzata per questa lavorazione risale al 1950, ma nel 1975 il mulino è stato modernizzato
attraverso la costruzione di una macchina pneumatica con lo scopo di accelerare e ottimizzare il
processo, senza però compromettere la sostenibilità della produzione e il suo legame con la
tradizione.
Grazie al magazzino e al laboratorio presenti in azienda, è possibile operare una selezione
qualitativa del seme già al momento della consegna, per poi macinarlo e lavorarlo nel modo più
adeguato, per ottenere un prodotto capace di conservare le proprie caratteristiche organolettiche e
proprietà nutritive..
L’azienda dispone di una centrale idroelettrica grazie alla quale soddisfa la maggior parte delle
proprie esigenze energetiche, ricorrendo raramente alla rete elettrica pubblica; inoltre il complesso
aziendale comprende un bosco a crescita naturale utilizzato per alimentare il "Röstpfanne" (la
padella), impiegato per la produzione dell’olio
Per l’olio di semi di zucca stiriano IGP vengono utilizzati semi di zucca certificati, dai quali si
ottiene un prodotto di un particolare colore verde intenso e un aroma leggermente tostato che
ricorda le noci; esso inoltre è prodotto in modo tradizionale e sostenibile, senza filtrazione o
raffinazione: a seguito della macinazione in pietra, la polpa è unita ad acqua e sale e
successivamente scaldata; un ruolo fondamentale è svolto dal lavoratore addetto al frantoio, che ha
il compito di regolare manualmente e in modo selettivo il calore cui sottoporre i semi.
La polpa così ottenuta viene pressata e spremuta lentamente e ripetutamente, ed infine
immagazzinata in serbatoi dove riposerà qualche giorno prima di essere imbottigliata e venduta;
I residui della polpa esausta, il cosiddetto “Kürbiskernkuchen“, grazie all’elevato contenuto
proteico, vengono invece utilizzati per la produzione di pesto di semi di zucca o per
l’alimentazione animale e in particolare per quella di pesci.






PROSCIUTTO DI SAN...
Per concludere in bellezza il nostro tour degusteremo il principe dei salumi italiani (con buona pace dei Parmigiani)
Guarda qui i video e prova ad annusarli!




PROGRAMMA DEFINITIVO

Classi Quinte ITAS A.S. 2017/18   Viaggio d’istruzione in Friuli, Slovenia, Ungheria, Austria   Dal 12 al 17 marzo 201 8 (6 giorni...